[vc_row row_height_percent=”0″ overlay_alpha=”25″ equal_height=”yes” gutter_size=”3″ column_width_percent=”100″ shift_y=”0″ z_index=”0″][vc_column column_width_percent=”100″ gutter_size=”3″ overlay_alpha=”50″ shift_x=”0″ shift_y=”0″ shift_y_down=”0″ z_index=”0″ medium_width=”0″ mobile_width=”0″ width=”1/4″][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_empty_space empty_h=”2″][vc_custom_heading text_font=”font-143702″ text_size=”h1″ text_color=”color-rgdb”]Riforma dei crediti d’imposta in Ricerca & Sviluppo [/vc_custom_heading][vc_separator sep_color=”accent” icon_position=”left” el_width=”100px”][/vc_column][vc_column width=”1/4″][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/4″][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_custom_heading heading_semantic=”p” text_font=”font-555555″ text_size=”” text_weight=”500″]La nuova legge finanziaria ha ampiamente riformato i crediti d’imposta in Ricerca e Sviluppo. Le nuove disposizioni, infatti, hanno previsto una ripartizione di crediti in luogo del vecchio regime di R&S.
Ricerca e Sviluppo
Si tratta delle attività di ricerca fondamentale, di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale in campo scientifico o tecnologico. Le spese ammissibili sono:
Il credito d’imposta in questo caso riconosciuto è pari al 12% delle spese ammissibili, nel limite massimo di 3 milioni di euro all’anno.[/vc_custom_heading][vc_empty_space empty_h=”2″][uncode_list icon=”fa fa-circle-thin” icon_color=”accent”]
- Spese per il personale direttamente impiegato nell’attività di ricerca;
- Ammortamenti e canoni di locazione, anche finanziaria, e altre spese per i beni materiali ed il software utilizzati per la ricerca;
- Spese per contratti esterni;
- Ammortamento dei costi per l’acquisto da terzi, anche in licenza d’uso, di privative industriali;
- Spese per consulenza;
- Spese per materiali, forniture e altri prodotti utilizzati.
[/uncode_list][vc_empty_space empty_h=”2″][vc_custom_heading heading_semantic=”p” text_font=”font-555555″ text_size=”” text_weight=”500″]Innovazione tecnologica
In questa ipotesi rientrano invece le attività finalizzate alla realizzazione di prodotto o processi di produzione, nuovi o sostanzialmente migliorati. Vengono definiti tali un bene materiale o immateriale, un servizio o un processo che si differenziano rispetto a quelli già realizzati o applicati
dall’impresa sulla base delle caratteristiche tecnologiche, delle prestazioni, dell’ecocompatibilità, dell’ergonomia, ecc.
Sono escluse, invece, le attività di routine per il miglioramento della qualità dei prodotti.
In tale ipotesi il credito d’imposta è riconosciuto nella misura del 6% delle spese ammissibili, nel limite massimo di 1,5 milioni di euro all’anno.
L’aliquota viene tuttavia elevate al 10% nel caso in cui le attività innovative siano finalizzate alla realizzazione di prodotti o processi di produzione nuovi o sostanzialmente migliorati per il raggiungimento di un obiettivo di transizione ecologica o di innovazione digitale 4.0.
Altre attività innovative
In quest’ultima categoria, quasi residuale, rientrano espressamente le attività di design e ideazioni estetiche destinate alla concezione e alla realizzazione di nuovi prodotti e campionari, svolte dalle imprese operanti nei settori tessili, moda, calzaturiero, occhialeria, orafo, del
mobile, dell’arredo e della ceramica.
Anche in quest’ultima ipotesi il credito si applica nella misura del 6% delle spese ammissibili, fino al limite di 1,5 milioni di euro all’anno.[/vc_custom_heading][vc_empty_space empty_h=”2″][/vc_column][vc_column width=”1/4″][/vc_column][/vc_row]